BullsandBears.it propone una sintesi in due parti di quelle che attualmente reputa le 10 tecnologie più disruptive dell’era di Internet. Ben consapevole che se ne potrebbero elencare almeno altrettante e che la classifica stilata dipende anche dall’impatto che tale tecnologia ha avuto sulla vita di ognuno di noi.
Introduzione al disruptive
Sentiamo spesso abusare della parola disruptive: ma cosa significa?
Negli ultimi 20 anni sono state sviluppate specifiche tecnologie e categorie di prodotti disruptive che hanno completamente cambiato il nostro modo di vivere e lavorare. Di seguito, riportiamo la personalissima classifica di BullsandBears.it – in ordine crescente – delle 10 più importanti tecnologie disruptive degli ultimi due decenni; in questa prima parte, dalla decima alla sesta.
Se ritenete che ce ne siano di più importanti o meritevoli… Dite la vostra nel campo Lascia un commento in fondo alla pagina!
10. La batteria al litio
La rivoluzione tecnologica moderna è costruita “sulle spalle” delle batterie agli ioni di litio. I consumatori sono immersi nei dispositivi digitali di tutte le forme e dimensioni, ognuno dei quali ha bisogno di potenza: dai laptop, telefoni cellulari, fotocamere digitali, tablet, wearables fino alle automobili Tesla (TSLA).
Come funziona una batteria agli ioni di litio
Le batterie agli ioni di litio sono state, sono e saranno disruptive perché permettono la diffusione di dispositivi ad alta potenza che assorbono molta energia, ma possono essere ricaricati (perchè Apple (AAPL) le usa? qui la loro spiegazione e qui i costi di produzione di una batteria per l’iPhone 7). I successivi miglioramenti della tecnologia hanno aumentato la capacità di stoccaggio e hanno ridotto i costi, portando inoltre a innovazioni nel campo dei veicoli elettrici.
9. La stampa in tre dimensioni (3D Printing)
Al suo debutto negli anni ‘80, la stampa 3D è stata riconosciuta dai progettisti come un nuovo e incredibile modo per creare modelli e prototipi con rapidità e semplicità, senza utilizzare metodi di produzione su larga scala. Da allora la tecnologia è progredita, con le nuove stampanti che utilizzano materiali di tutti i tipi, compresi metalli preziosi e calcestruzzi (ma anche il cibo!). Non solo! Ad oggi le start-up emergenti da un lato fabbricano singoli pezzi di metallo personalizzati, dall’altro “stampano” interi edifici.
Fonte: CNN tech
Sono state stampate in 3D persino mandibole, poi impiantate con successo nei pazienti. Tale tecnologia, nota con il nome di bioprinting, potrebbe presto consentire agli scienziati di creare parti del corpo più complesse oppure organi personalizzati.
8. I motori di ricerca
I primi giorni dell’online searching sono stati un disastro: si attendeva che il processo di collegamento alla rete finisse, per poi lanciare Lycos, Yahoo! o Alta Vista, e sperare che “succedesse qualcosa”.
Per i più nostalgici, riproponiamo l’audio del modem 56k utilizzato agli albori di Internet
Gli utenti non hanno avuto le idee chiare su cosa potesse essere un vero motore di ricerca fino all’arrivo di Google (GOOG) e del suo Page Rank. Intitolato al cofondatore Larry Page, fu progettato per determinare l’importanza di un sito, in base – anche – al numero di collegamenti avvenuti. Il sistema divenne successivamente il miglior motore di ricerca, utilizzato a tal punto… Da diventare un verbo (“to google” – verificare, controllare, cercare).
7. Il Bluetooth
Nel 1994, la società svedese di telecomunicazioni Ericsson sviluppò l’idea di collegare i dispositivi periferici ai computer senza l’utilizzo di fili. Con Intel (INTC), Nokia (NOK) e altre società interessate, formò un gruppo di sviluppo condiviso per garantire alla nuova tecnologia una compatibilità universale.
Bonus: lo sapevate che il nome Bluetooth (“dente blu”) si deve a un re danese del Medioevo?
La tecnologia si è ampiamente diffusa e unisce un’ampia gamma di dispositivi tra i quali le cuffie senza fili, i wearables e le periferiche.
6. Il touchscreen
Il primo touchscreen potrebbe essere stato inventato nel 1965, ma la tecnologia non si è riuscita a diffondere a livello commerciale fino al 2007, quando Apple ha rilasciato il suo primo iPhone.
Come funziona un touchscreen capacitivo
A quel punto tale tecnologia ha “preso il largo”: i successivi iPod e iPad si sono basati su interfacce touch, così come la maggior parte degli smartphone che hanno seguito le orme di Apple. Ora la tecnologia touch screen appare ovunque gli ingegneri riescano a posizionarla: dai chioschi self-service nei musei alle piattaforme della metropolitana, dai videogiochi alle slot machines, fino ai tablet per ordinare nei ristoranti.
Nella seconda e ultima puntata… la top five delle tecnologie disruptive.
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