I droni, noti anche come Sistemi Aerei Senza pilota (UAS), sono stati spesso associati alle operazioni militari. Attualmente, le versioni compatte funzionano sempre più nella vita di tutti i giorni e l’industria sta rapidamente diventando un business multi-miliardario.
Ciò anche perchè i vantaggi ottenibili dall’utilizzo di tale tecnologia innovativa diventano sempre più evidenti.
Un’introduzione all’ambiente dei droni
I droni hanno il potenziale per risolvere problemi e far risparmiare costi a una serie di industrie, ai paesi in via di sviluppo e in contesti di soccorso per disastri naturali. Le proiezioni di crescita per il settore sono significative in quanto i droni:
- diventano progressivamente più convenienti da acquistare
- si riducono di dimensione
- sono sempre più facili da gestire e condurre.
Infatti, l’industria UAS è considerata da molti come il settore di crescita più dinamico dell’industria aerospaziale globale (trovate qui l’analisi delle dinamiche del settore aereo “a guida umana”).
Tuttavia, poiché l’uso civile e commerciale degli UAS aumenta rapidamente e continua a evolversi, è necessario considerare il possibile uso improprio di questa tecnologia.
I progressi nella tecnologia sono inevitabilmente accompagnati da una serie di nuovi e – almeno nelle prime fasi – poco comprensibili rischi. Ci sono già stati incidenti e situazioni pericolose che hanno coinvolto i droni da generare preoccupazione.
Bonus: e poi c’è il candidato al Congresso USA, Matt Rosendale, che non sembra essere del tutto convinto dell’utilità dei droni
Che cos’è un UAS?
Ampiamente citati dal pubblico come droni, gli UAS si pilotano in remoto da terra tramite stazioni di controllo.
Le dimensioni degli UAS possono variare: dai veicoli di sorveglianza microcontrollati che stanno nel palmo della mano a velivoli da 7,5 tonnellate con un’autonomia di volo pari a 30 ore ininterrotte.
I primi droni, palloncini senza pilota carichi di esplosivo inviati verso obiettivi nemici calcolando la direzione e l’intensità dei venti, erano in uso intorno al 1860.
Le applicazioni civili degli UAS sono diventate così popolari che l’FAA a fine 2016 ne ha stimato la presenza (negli Stati Uniti) di oltre 600.000 esemplari per uso commerciale.
Entro il 2020, ci saranno 2,7 milioni di droni commerciali – più di dieci volte il numero degli aereomobili “a conduzione umana” presenti nei cieli.
Il mercato dei veicoli senza equipaggio ha attirato l’attenzione:
- di aziende che li utilizzano a fini commerciali
- delle agenzie governative che li devono regolamentare
- degli assicuratori che intravedono la possibilità di mitigare i rischi.
I diversi usi dei droni
Tipicamente, il miglior impiego dei droni riguarda lavori a basso valore aggiunto o pericolosi che le aziende preferiscono non far fare a un dipendente.
L’UAS è più economico, facile da usare e rappresenta un modo relativamente sicuro e poco costoso per disporre di una visione dall’alto di luoghi difficili da raggiungere, come paludi o miniere.
Le sfide normative
Rispetto all’aviazione organizzata, la regolamentazione globale dell’UAS è agli albori, come testimoniano le numerose organizzazioni e associazioni che fanno pressione sui governi per un’armonizzazione normativa transnazionale.
I governi capiscono la necessità di un adeguato controllo regolamentare, ma non sempre riescono a stare al passo con la velocità dei progressi tecnologici.
In alcune giurisdizioni sono già in vigore leggi complesse e complete e la certificazione è un prerequisito per l’uso commerciale. Nella maggior parte dei casi, la distinzione tra droni commerciali e “ricreativi” rappresenta il punto di partenza fondamentale. Esistono anche altri standard comuni, tra i quali:
- gli operatori devono mantenere sempre una determinata linea visiva minima
- l’UAS deve rientrare sotto determinate soglie dimensionali (di solito <55 lbs/25 kg)
- il drone non deve essere utilizzato in prossimità di aeroporti.
Bonus: a inizio anno un pilota di droni è stato condannato a 30 giorni di prigione per il ferimento di due persone per la caduta del suo drone
Last mile delivery: dove i droni possono fare la differenza
La consegna dell'”ultimo miglio” sta attraversando una vera e propria disruption da parte di nuovi business model che cercano di accontentare consumatori e clienti (desiderosi di consegne sempre più veloci) grazie all’utilizzo dei droni.
Il costo della globl delivery di pacchi, ammonta a circa 70 miliardi di Euro, con la Cina, la Germania e gli Stati Uniti che rappresentano più del 40% del mercato. Il mercato non solo è vasto, ma negli ultimi anni è anche molto dinamico, con tassi di crescita compresi tra il 7 e il 10% nei mercati maturi (come la Germania e gli Stati Uniti) e del 100% nei mercati in via di sviluppo.
Il più grande driver di questa crescita è il commercio elettronico e il modello DtC, che ha spostato quote di mercato dal segmento B2B al B2C.
Bonus: ecco come una certa società di Seattle vorrebbe utilizzare i droni per le consegne
Guidati dalle preferenze dei consumatori e dalla distribuzione della densità abitativa (ad esempio, distanze più lunghe nelle zone rurali aumentano notevolmente i costi della last mile delivery), sono tre le tipologie di consegna ai consumatori che probabilmente domineranno in futuro l’ultimo miglio:
- i veicoli terrestri autonomi comprensivi di armadietti contenitivi
- i droni
- i corrieri di bicicletta.
Due di questi saranno caratterizzati da un alto grado di automazione e di intensità degli asset. I veicoli autonomi, compresi i droni, rappresenteranno l’80% circa di tutte le consegne. I corrieri in bicicletta consegneranno solamente il 2% circa nel relativamente piccolo segmento della consegna istantanea. La consegna tradizionale rappresenterà la fetta rimanente, intorno al18-20%. La battaglia è appena iniziata.
Bonus: anche colossi della delivery come FedEx (FDX) e UPS (UPS) si stanno attrezzando per consegnare con gli UAS
3 Startup sui droni in fase di early stage
Che il settore dei velivoli senza conducenti sia sotto la lente di ingrandimento della stampa, dei consumatori e delle corporations, è cosa nota. Meno nota è la lista delle startup sviluppate sull’utilizzo di droni. Vi proponiamo di seguito le oltre 70 individuate.
Di seguito le 3 startup preferite da BullsandBears.it
1) SAILDRONE
COSA FA? Saildrone mira a consentire un monitoraggio sistematico degli oceani e a fornire l’accesso in tempo reale ai dati raccolti da una flotta di droni a vela senza equipaggio.
QUANTI FONDI HA RACCOLTO? 16,5 milioni di dollari
DA CHI? Lux Capital, Social Capital
2) FLYABILITY
COSA FA? La startup svizzera Flyability sta sviluppando un drone tollerante alle collisioni e in grado di rimanere stabile dopo il contatto. I droni della società sono principalmente utilizzati per l’ispezione industriale nei settori delle infrastrutture energetiche e dei trasporti, nonché dagli operatori di primo soccorso come i pompieri, le forze di polizia e gli operatori di ricerca e salvataggio.
QUANTI FONDI HA RACCOLTO? 7,8 milioni di dollari
DA CHI? Enviromental Technologies Fund
3) MATTERNET
COSA FA? Matternet sta sviluppando un sistema di distribuzione automatizzato costruito su una rete di veicoli aerei senza pilota (UAV) che operano autonomamente.
QUANTI FONDI HA RACCOLTO? 11,5 milioni di dollari
DA CHI? Daimler, Andreessen Horowitz
Conclusioni
I sempre più numerosi settori di utilizzo dei droni li rendono appetibili a livello commerciale e in ambiti quali il rescue e l’entertainment.
L’attuale elemento di debolezza è rappresentato dalle norme di utilizzo, frammentate e spesso non adeguate alle nuove modalità d’uso sviluppate grazie ai continui progressi tecnologici, che rendono gli UAS sempre più piccoli, potenti e veloci (e, di conseguenza, potenzialmente pericolosi).
Tale minaccia appare verrà superata non appena i principali paesi industrializzati avranno messo a punto una normativa armonica e transazionale, che impedisca usi impropri e dannosi.
A quel punto, lo sviluppo del parco droni mondiale, già caratterizzato da forti tassi di crescita, potrà ulteriormente accelerare, permettendo alle imprese di ottenere miglioramenti delle specifiche performance unitamente a riduzioni di costi e di incidenti sul lavoro.
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