Se è vero che siamo quello che mangiamo… Nel 2018 dovremo ancor più tenere d’occhio la food industry e in particolare la mescolanza tra i colossi dei CPG (Consumer Packaged Goods) e le startup disruptive che penetrano segmenti merceologici maturi e apparentemente inattaccabili.
Un “assaggio” di un possibile menù nel 2030
Fonte: Astrolabe
Già nel 2017 alcuni players inattesi hanno fatto “irruzione” nello statico contesto del food:
- Halo Top è diventato il brand di gelato top seller negli USA, spodestando Unilever (UL);
- Chobani ha consolidato il suo ruolo di top spot nel segmento degli yoghurt, lasciando indietro il colosso General Mills (GIS);
- Tyson Foods (TSN), uno dei più importanti produttori di carne al mondo, ha investito nella startup di proteine alternative Beyond Meat e il suo CEO parla continuamente di un futuro meatless per la società che guida;
- Amazon (AMZN), come vi abbiamo già raccontato, ha acquistato Whole Foods per 13,7 miliardi di dollari, costringendo gli altri grocers a ripensare la loro strategia sul web e il loro business model.
Non solo.
Le più tradizionali aziende operanti nel food hanno accelerato le attività di startup, acquisendo le più innovative o promettenti, partecipando a fondi di venture capital focalizzati sull’industria alimentare o sviluppando autonomamente incubatori aziendali sul tema.
Per questo motivo, vi accompagneremo lungo 12 puntate in cui sviscereremo i principali trend del food previsti per il 2018.
I grocers continueranno ad ampliare i propri prodotti private label, cercando di mettere all’angolo i big dei CPG
Le catene di negozi al dettaglio del food usano le private labels per differenziarsi dai concorrenti, avere un miglior controllo dei propri scaffali e spingere i consumatori a fidelizzarsi ed effettuare acquisti ripetitivi.
Alcuni retailers tradizionali hanno già ottenuto un ottimo riscontro dai prodotti a marchio proprio: la private label di Costco (COST – Kirkland Signature), per esempio, rappresenta circa il 25% delle vendite della catena di negozi alimentari con sede nei dintorni di Seattle.
Anche Walmart (WMT), Kroger (KR), Safeway e altre catene simili offrono ai consumatori ampie gamme di prodotti a a marchio proprio. Questi brands puntano a enfatizzare la trasparenza e la convenienza.
E’ facile ipotizzare che nei prossimi anni si assisterà a un’ulteriore accelerazione della proposta di private labels sugli scaffali.
Relativamente al mercato USA, nel 2018 Kroger punterà sui prodotti a marchio proprio per il proprio piano di turnaround (che prevede anche il lancio di una linea di abbigliamento a marchio proprio); Albertson’s ha pianificato di aggiungere oltre 500 referenze al suo brand O Organics, che genera oltre 1 miliardo di dollari di ricavi; CVS Healthcare (CVS) punta a scalare il suo business private label, e così via.
I prodotti a marchio proprio possono rappresentare un vero e proprio toccasana per i retailers, ma rappresentano anche una minaccia crescente per i big dei CPG.
Campbell’s (CPB), Kellogg’s (K) e gli altri marchi di riferimento stanno intensificando la competizione con i grocery stores, che in precedenza consideravano “semplici” clienti.
Grocery food: una sfida sempre più accesa
Inoltre, questo trend non è confinato all’interno dei negozi fisici. Dal recente acquisto di Amazon, la private label di Whole Foods – 365 Everyday Value – è diventata la seconda private label in termini di vendite tra tutti i prodotti a marchio proprio proposti dal colosso di Seattle (fonte: One Click Retail).
Amazon continua a sviluppare prodotti a marchio proprio, che nel 2017 hanno raggiunto vendite per 450 milioni di dollari. Restano una piccola porzione dei ricavi complessivi, che nello stesso anno hanno raggiunto i 135 miliardi di dollari, ma potranno permettere alla società di Bezos di porre ulteriore pressione sugli incumbent dei CPG.
Bonus (1/2): oltre a minacciarli, Amazon sa anche blandire i big dei più noti beni di consumo….
Bonus (2/2): … e Wal-Mart non sta a guardare!
La piattaforma di e-commerce Jet.com (acquistata da Wal-Mart) ha presentato la sua prima private label nell’Ottobre del 2017. Chiamata Uniquely J, ha messo nel mirino i millennials ad alto reddito delle aree urbane.
Boxed, un’altra startup tecnologica dell’e-commerce, vende la linea a marchio proprio Prince & Spring mentre anche la piattaforma di e-commerce di cibo biologico Thrive Market propone una propria linea prodotti, a fianco dei marchi più noti.
Arrivano i tedeschi, specialisti nel discount food
Inoltre, nel 2018 si assisterà allo sbarco negli USA di due agguerriti discount grocers europei – Aldi e Lidl – che hanno storicamente prosperato sul concetto di private label.
Inoltre, l’esperienza dei due colossi tedeschi è rafforzata dal fatto che le vendite in UK e Germania di prodotti a marchio proprio nel segmento grocery sono percentualmente doppie rispetto a quelle a stelle e strisce (pari al 17% delle vendite complessive di grocery goods).
Con l’arrivo Aldi e Lidl si potrebbe assistere a una nuova spinta allo sviluppo di prodotti private label.
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