Dopo avervi raccontato quanto costa al gigante di Cupertino produrre un iPhone7, condividiamo con voi dati e valutazioni sui costi sostenuti da Apple (AAPL) per produrre il decantato iPhone X.
Gli analisti di IHS Markit hanno recentemente pubblicato un’analisi dei costi del nuovo iPhone X di Apple. L’iPhone X con 64 GB di memoria ha un prezzo di partenza pari a 999 dollari, ma IHS Markit sostiene che lo smartphone più atteso di sempre costi “solo” 370 dollari alla produzione.
Considerando che IHS ha stimato i costi dell’iPhone 8 e dell’iPhone 8 Plus rispettivamente pari a circa 247 e 278 dollari, è piuttosto naturale immaginare che il prezzo di vendita dell’iPhone X sia più elevato rispetto ai suoi predecessori, perchè Apple sostiene costi maggiori per produrlo.
Se assemblare l’iPhone X costa davvero 370 dollari, allora si potrebbe pensare che Apple generi almeno 629 dollari di profitto lordo (pari alla differenza tra i ricavi netti e i costi diretti), pari a un margine lordo di profitto (il gross profit margin o GPM) del 63% per iPhone X venduto.
Bonus: come funziona il riconoscimento facciale dell’iPhone X?
Il GPM dell’iPhone X è davvero così elevato?
Tuttavia, sappiamo per certo che Apple NON sviluppa un GPM compreso tra il 63 e il 65% sul suo nuovo iPhone.
La maggior parte del previsto aumento delle vendite trimestre su trimestre che Apple si aspetta di raggiungere nel prossimo quarter, verrà dal ramp-up nelle spedizioni di iPhone 8, iPhone 8 Plus e del modello iPhone X (che ha fronteggiato non pochi problemi produttivi).
Se i nuovi iPhone generassero davvero un GPM medio superiore al 60%, allora Apple non avrebbe reso pubblica una guidance per il trimestre in corso caratterizzata da un GPM compreso tra il 38 e il 38,5%; il dato previsionale sarebbe stato molto più alto.
Da cosa deriva dunque questa discrasia nelle percentuali?
Bonus: grazie all’iPhone X, c’è un modo per ottenere quasi 5.700.000 visualizzazioni su YouTube; salvo far licenziare il proprio papà!
Pochi giorni prima del lancio, la figlia di un ormai ex dipendente di Apple ha caricato su YouTube un video in anteprima del’iPhone X. Il video ritraeva lo smarphone ma, pur per pochi secondi, mostrava anche alcuni dettagli ingegneristici coperti da un accordo di riservatezza, come nomi in codice di prodotti in arrivo e altri appunti riservati a uso interno aziendale e presenti nell’app Note. Risultato: la figlia ha avuto il suo momento di gloria sul web, il padre invece è stato licenziato.
Mancano all’appello alcuni costi
E’ possibile che la società di analisi di mercato IHS Markit si sia sbagliata, oltretutto con un margine d’errore così ampio?
Il CEO di Apple, Tim Cook, ha in passato affermato che il breakdown delle stime dei costi sostenuti con terze parti, utilizzato per calcolare il costo di produzione dei dispositivi Apple, “è molto diverso dalla realtà” e che lui “non ne ha mai visto uno che si avvicini alla realtà nè che abbia avuto un minimo di accuratezza“.
I dati della società di analisi di mercato
Come noto il principale concorrente di Apple – Samsung (005039.KS) – ne è anche il principale fornitore (almeno in termini di valori della componentistica dell’iPhone X, grazie al display AMOLED da 5,8 pollici che copre quasi un terzo di tutti i costi stimati). Fonte: IHS Markit
Supponendo, tuttavia, che le stime dei costi dei componenti pubblicate da IHS siano almeno vicine ai dati reali, non è difficile capire da dove derivi il disallineamento tra i margini stimati e quelli effettivamente comunicati da Apple.
I costi di produzione (forse) spiegano tutto
Sono presumibilmente i costi di produzione – che hanno un impatto diretto sul GPM – che mancano nella stima di IHS.
Alcuni esempi:
- un costo che non sembra essere contabilizzato sono le yeld losses, ovvero tutti quei fattori che impediscono un processo di assemblaggio perfetto. Si tratta di eventi quali componenti che non possono essere utilizzati nè venduti (per motivi legati a problematiche di fornitura o di assemblaggio)
- alcuni smartphone interamente assemblati non superano il test finale (anche se tutti i componenti sono risultati adeguati).
In questi casi, Apple potrebbe essere in grado di recuperare alcuni dei componenti o dei materiali, ma gli errori nell’assemblaggio generale dell’iPhone X condurranno comunque a un aumento dei costi effettivi degli smarphone vendibili.
Bonus: come gestisce invece Apple i dispositivi danneggiati dai clienti?
Inoltre, ci sono numerosi costi per le licenze della proprietà intellettuale associati alla vendita di dispositivi cellulari.
Proprio in questo ambito, Apple sta affrontando un’aspra battaglia legale contro Qualcomm (QCOM) – una delle aziende cui i produttori di smartphone come Apple sono legalmente obbligati a pagare royalties -, perché pensa che la stia pagando troppo per i brevetti concessi in licenza.
Infine, i dispositivi Apple non finiscono solo nei negozi Apple, nei carrier store e nelle case dei clienti. I produttori sotto contratto con Apple devono spedire i dispositivi in tutto il mondo e la spedizione non è gratuita.
Apple stessa offre la spedizione gratuita entro due giorni sugli articoli acquistati sull’Apple store. Il cliente non paga per la spedizione, perché Apple si accolla il costo, il che influisce ulteriormente sulle dimensioni del profitto lordo che Apple ottiene da ogni singola vendita di iPhone X.
Nonostante le “diatribe” su costi di produzione e relativi margini lordi di profitto, l’iconica azienda californiana sembra tenere la barra dritta, diretta verso nuovi successi commerciali e contabili. L’andamento del titolo in Borsa sembra confermarlo.
Fonte: elaborazione BullsandBears.it su dati Yahoo finance
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