Dopo gli investimenti in borse di lusso, nei fumetti e nel mercato secondario dell’abbigliamento… BullsandBears.it vi presenta le opere di arte contemporanea (di cui trovate la definizione precisa cliccando qui), un asset caratterizzato da un rendimento potenziale a dir poco… allettante!
Con l’aiuto del sito artprice.com e la lettura dell’eccellente libro Lo squalo da 12 milioni di dollari dell’economista Donald Thompson, BullsandBears.it si è avventurato nel mondo dell’arte contemporanea per capirne – sinteticamente – le dinamiche di investimento.
Lo sapevate che Damien Hirst ha piazzato uno squalo imbalsamato da due tonnellate in una teca e per quest’opera d’arte (?) ha chiesto 12 milioni di dollari? Ebbene, li ha ottenuti! Fonte: la libreria di BullsandBears.it
Un 2017 degno di nota per le opere di arte contemporanea
La vendita della tela Untitled (1982) di Jean-Michel Basquiat, avvenuta il 18 maggio 2017, illustra quali piacevoli sorprese finanziarie possa riservare l’arte contemporanea. Acquistata l’8 maggio 1984 per 20.900 dollari, la tela è stata rivenduta per 110,5 milioni di dollari (commissioni incluse) 33 anni più tardi.
Pertanto, questo investimento ha avuto un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 29,6%, in un lasso di tempo durante il quale l’indice S&P 500 ha registrato un CAGR del 6,5%.
Untitled – J. M. Basquiat. Fonte: artnet.com; ulteriori informazioni sulla vendita dell’opera sul sito di Sotheby’s (BID)
Il rendimento non si è sviluppato anno dopo anno in maniera lineare, ma attraverso “strappi” nelle quotazioni, dovuti a mode legate in primis alla tipologia di arte rappresentata e al singolo artista, che mutano frequentemente facendo oscillare i valori delle opere.
Negli ultimi 17 anni, l’indice dei prezzi di una star quale Jean-Michel Basquiat (calcolato dal sito artprice.com) evidenzia aumenti altalenanti.
Inoltre, a differenza di quanto si potrebbe pensare, l’aumento di valore delle opere di Jean-Michel Basquiat si dimostra inferiore a quello osservato per altri artisti contemporanei, tra cui possiamo citare Christopher Wool o Albert Oehlen.
L’investimento in opere di arte contemporanea comporta non solo l’analisi della redditività dell’investimento, ma anche della:
- volatilità dei prezzi
- liquidità delle opere.
Queste ultime due caratteristiche rappresentano punti di debolezza dell’arte contemporanea rispetto a un investimento azionario: mentre un’azione è sempre più liquida di un’opera d’arte, alcuni titoli azionari possono soffrire di una volatilità analoga a quella delle opere d’arte (si tratta comunque di una minoranza di titoli caratterizzati da elementi speculativi; le microcap del settore biotech ne sono un esempio).
Le dinamiche dell’arte contemporanea
I prezzi delle opere di arte contemporanea descrivono andamenti meno lineari rispetto ai prezzi delle opere dei periodi precedenti.
I conoscitori del mercato sottolineano come a periodi di euforia si succedano periodi in cui l’arte contemporanea vede raffreddarsi gli animi dei collezionisti.
Nel corso del 2017, questo segmento ha ritrovato sè stesso, dimostrando di aver nuovamente convinto i più incalliti (e danarosi) collezionisti mondiali.
Indice dei prezzi per periodo di creazione dell’opera
Fonte: artprice.com
A quanto pare le opere di arte moderna sono ancora le più apprezzate, ma l’arte contemporanea è in rimonta e le “tallona” da vicino (almeno per quanto concerne le quotazioni).
Bonus: con la recente vendita del Salvador Mundi di Leonardo da Vinci (per 450 milioni di dollari!) reputiamo che l’arte dei maestri antichi abbia recuperato posizioni nella classifica dei prezzi.
Meglio il Salvador Mundi di Leonardo a 450 milioni di dollari (a sinistra) o The Creeping Flesh di Glenn Brown (a destra) a poco meno di 343 mila dollari? Ai posteri l’ardua sentenza
Basandosi sulle opere acquistate e rivendute nelle aste pubbliche, il mercato dice che le opere realizzate da artisti contemporanei e vendute nel 2016/2017 registrano in media un rendimento annuo del 7,6% per una durata di possesso di 8 anni. Niente male.
All’interno di questa statistica, le opere più care (ossia quelle vendute per più di 50.000 dollari) hanno ottenuto un rendimento medio annuo dell’8,7%, per una lasso di tempo pari a 7 anni. I cosiddetti capolavori hanno un rendimento superiore e una durata media di possesso inferiore (dimostrando una maggiore liquidità e liquidabilità rispetto ai pezzi di arte contemporanea meno pregiati).
Anche nel segmento di arte contemporanea non sono tutte rose e fiori. In fase di vendita all’asta, meno del 20% dei lotti supera le stime di partenza. E non solo. Il 66% non riesce a raggiungere il prezzo di vendita sperato o addirittura resta invenduto.
Suddivisione delle vendite di arte contemporanea paragonate alle stime
Fonte: artprice.com
La volatilità dei prezzi delle opere di arte contemporanea è senza eguali
Negli ultimi 12 mesi, le opere di arte contemporanea hanno mostrato tutta la loro volubilità, in termini di modalità di aggiudicazione e, conseguentemente, di rendimenti ottenuti.
Alcuni eccellenti aumenti di valore sono stati ottenuti per acquisti oltre i 200 mila dollari ma anche sotto i 1.000, altri per opere conservate per più di 20 anni o rivendute lo stesso anno…
Capite bene come le strategie di investimento nel settore dell’arte contemporanea siano le più svariate e le meno pronosticabili.
Classifica delle plusvalenze 2016/2017
Fonte: artprice.com
The Creeping Flesh, dipinto nel 1991 dal britannico Glenn Brown, rappresenta uno spaccato delle dinamiche dei prezzi dell’arte contemporanea.
- il dipinto è prima passato alla collezione del potentissimo Charles Saatchi (che quando non tenta di strozzare la moglie, detta legge sul mercato dell’arte contemporanea)
- nel Febbraio 2001 viene acquistato per 33 mila dollari dalla Cranford Collection di Londra, che lo conserva per i 16 anni successivi. Nel frattempo, la notorietà dell’autore ne fa aumentare il valore
- viene esposto nelle prestigiose gallerie di Gagosian, Serpentine e Patrick Painte e nel 2009 avviene la prima esposizione personale dell’artista presso la Tate Gallery di Liverpool
- nell’Ottobre 2016, la Cranford Collection mette in vendita una parte delle sue opere presso la casa d’aste Christie’s in una sessione intitolata Absobloodylutely!: The Creeping Flesh, dove viene rivenduto a più di 10 volte il suo prezzo d’acquisto.
Bonus: c’è ancora Charles Saatchi dietro lo squalo da 12 milioni di dollari. Acquistato 14 anni prima a 50.000 dollari (motivo di scherno con titoli di giornale quali 50.000 for fish without chips), il tempo aveva causato seri problemi all’imbalsamazione dello squalo, che si era deteriorata. Inoltre, l’opera pesava 2 tonnellate, non esattamente l’ideale se la si voleva esporre in salotto. Ma il network e soprattutto l’immagine di Saatchi gli hanno permesso di vendere l’opera a un gestore di hedge funds, collezionista d’opere d’arte, per un controvalore mai in realtà confermato nero su bianco. Definire Saatchi un genio ci pare sinceramente riduttivo.
L’avete riconosciuta? L’opera comunque è intitolata: The physical impossibility of death in the mind of someone living
Classifica delle minusvalenze 2016/2017
Come si osserva nella tabella, si può incorrere in pesanti bad beat anche nel settore dell’arte contemporanea: un calo delle quotazioni del 90% è tutt’altro che impossibile.
Fonte: artprice.com
La liquidità delle opere di arte contemporanea
Come già riscontrato nei precedenti grafici e tabelle, la vendita delle opere può rivelarsi difficile.
A differenza di quanto si potrebbe pensare, ciò succede tanto agli artisti più giovani – che rischiano di vedere svanire la propria popolarità in un breve arco di tempo – quanto ai big dell’arte contemporanea.
Nel primo caso, molti giovani artisti già affermati condividono un tasso di invenduto prossimo al 40%, con paradossi quali quello di Urs Fischer, che negli ultimi 12 mesi evidenzia un tasso di invenduto del 60% tra le opere proposte a meno di 100 mila dollari, a fronte di un sold out per quelle superiori al milione.
Nel secondo caso, nel 2016 l’indice dei prezzi di Keith Haring ha subito un calo del 30,9%.
Avete presente Keith Haring?
Conclusioni
Nel corso degli ultimi decenni, il mercato dell’arte è migliorato in termini di efficienza. Tuttavia, prima di investire bisognerà considerare per ciascun artista – e in special modo per quelli dell’arte contemporanea – elementi quali la liquidità, il volume annuale delle vendite, nonché la ripartizione geografica del suo mercato, per puntare a ottenere una plusvalenza prospettica, anche rilevante, nel momento in cui si deciderà di vendere l’opera.
L’arte contemporanea è spesso considerata un investimento alternativo alle più tradizionali asset class ma, qualora si volesse diversificare il rischio, potrebbe essere considerata complementare.
I recenti aumenti medi delle opere di arte contemporanea implicano un monitoraggio costante dell’andamento delle aste (e per quanto possibile delle transazioni fuori mercato) dell’artista della sua collezione, da parte del proprietario dell’opera e dell’investitore che volesse affacciarsi sul mercato.
Come per tutte le altre asset class, la quotazione di un artista contemporaneo si basa innanzitutto sulle informazioni: nell’arte contemporanea, questo appare indubbiamente il primo fattore di creazione del valore.
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