Se pensate che i “Dividend Aristocrats” siano personaggi della serie televisiva Downtown Abbey o qualche nobile francese dei salotti letterari di Moliere, allora vi consigliamo di procedere con la lettura; se conoscete anche solo superficialmente il termine con cui nel mondo degli investimenti si definiscono “gli aristocratici” del dividendo, vi consigliamo ugualmente di continuare a leggere, potreste trovare qualche spunto interessante da integrare nelle vostre strategie di investimento!
Con il termine “dividend aristocrats” o “dividend champions” ci si riferisce normalmente ai titoli che possiedono 2 caratteristiche fondamentali:
- Distribuzione di un dividendo elevato ed in crescita costante (per almeno 25 anni)
- Sostenibilità del dividendo nel medio/lungo periodo
Godono sempre di un notevole interesse da parte degli investitori perché rappresentano una valida alternativa in termini di rendimenti all’investimento obbligazionario con cui condividono generalmente una bassa volatilità.
Analizziamo ora in dettaglio entrambe le caratteristiche e cerchiamo di capire quali titoli (o quali settori) possiedono i presupposti per essere o diventare aristocratici del dividendo.
La distribuzione di un dividendo elevato è caratteristica di aziende che operano in settori maturi, in cui la generazione di cassa è costantemente superiore al fabbisogno per investimenti e finanziario (per ripagare il debito). Si tratta tipicamente di aziende appartenenti a settori “difensivi” quali farmaceutico, utilities o alimentare, spesso con limitate opportunità di crescita ma con una stabile e cospicua generazione di cassa che garantisce una consistente remunerazione degli azionisti.
L’appartenenza ad uno di questi settori di per se non è una condizione sufficiente a garantire la capacità di distribuire un cospicuo dividendo. E ancor di più non assicura che sia presente la seconda caratteristica fondamentale per un “dividend aristocrat”: la sostenibilità del dividendo nel lungo periodo. Perché ciò avvenga è necessario che l’azienda disponga di un vantaggio competitivo sostenibile e difficilmente attaccabile dai competitors. Potrebbe trattarsi di un vantaggio legato al brand (es. Coca Cola) oppure legato a brevetti con scadenze medio lunghe (titoli del farmaceutico) oppure ancora di un vantaggio legato alla regolamentazione specifica del settore (es. SNAM).
Cosa pensa il mercato dei “dividend aristocrats”
Se diamo un’occhiata al mercato americano, sembrerebbe esserci una evidenza storica (almeno nell’ultimo decennio) per cui i titoli con dividend yield significativamente superiore alla media hanno performato molto meglio del mercato. E lo hanno fatto anche mostrando una volatilità inferiore rispetto all’indice di riferimento S&P500.
Fonte: S&P Fact Sheet
Concentrandoci sui dividend aristocrats del mercato italiano, abbiamo selezionato 5 blue chips che hanno in maniera costante offerto un rendimento del dividendo significativamente superiore alla media di mercato ed ai tassi di interesse e abbiamo poi analizzato la performance di questi titoli negli ultimi 10 anni. Come risulta dal grafico sottostante, tutti e 5 i titoli hanno sovraperformato l’indice del FTSE Mib (a cui appartengono) nel periodo 2007 – 2017.
Un’altra analisi molto interessante da parte degli analisti di Intermonte Advisory mostra come nei giorni immediatamente successivi allo stacco dividendi (in alcuni casi anche interim) questo panel di titoli ha offerto un rendimento positivo recuperando in tutto o in parte il dividendo pagato. Snam, Atlantia e Terna sono quelli che hanno offerto rispettivamente il migliore upside con il più ridotto downside negli anni di calo.
Fonte: Rielaborazione Bulls & Bears su dati Intermonte
I “Dividend Aristocrats” sono adatti a voi?
Se vi state chiedendo come i “Dividend Aristocrats” possano essere inseriti nella vostra strategia di portafoglio, allora dovreste considerare le caratteristiche e i vantaggi che presentano, tenendo presente anche alcuni limiti.
In primo luogo, abbiamo detto che questi titoli si caratterizzano per il dividendo generoso; se siete alla ricerca di flussi di cassa periodici e costanti, allora i “dividend aristocrats” non dovrebbero mancare nel vostro portafoglio, anche in alternativa alle obbligazioni corporate, poiché la loro volatilità in molti casi non è sensibilmente diversa dai rispettivi titoli obbligazionari a lunga scadenza. Se siete interessati a questo aspetto tenete presente che nel mercato italiano la maggior parte delle aziende paga i dividendi su base annuale mentre sul mercato americano il flusso di dividendi è spesso suddiviso su base trimestrale.
Inoltre, potrebbero essere un valido strumento per combattere l’inflazione, grazie al fatto che nel tempo tendono a garantire dividendi crescenti. Ciò è legato anche alla caratteristica di questi titoli che, come abbiamo detto, appartengono a settori difensivi e spesso dispongono di vantaggi competitivi che consentono di trasferire sul prezzo finale al consumatore tutti gli effetti dell’inflazione (ad esempio per i titoli che operano in settori regolamentati come le utilities).
Un terzo vantaggio, indiretto, di questi titoli è che si tratta di aziende mature e con vantaggi competitivi il più delle volte difficilmente attaccabili dai competitors, quindi il loro prezzo è soggetto ad una minore volatilità rispetto alle start up.
Anche se l’investimento in “dividend aristocrats” può sembrare una strategia a basso rischio e che non richiede particolari competenze, dovete tenere presente che non sempre il futuro è uguale al passato.
Il fatto che una azienda abbia pagato 25 o più anni consecutivi di dividendi in crescita non significa che riuscirà a farlo in futuro. Potrebbero essere le condizioni generali dell’economia a minare i suoi profitti, oppure il venir meno del vantaggio competitivo che ne aveva assicurato il successo. Prima di acquistare un singolo titolo vi consigliamo quindi di procedere con accurate analisi (vedi anche “come si diventa investitori solidi e vincenti” ), cercando di capire se le condizioni che hanno portato una azione ad avere lo status di “dividend aristocrat” possono essere mantenute nel lungo periodo.
Inoltre esiste un rischio legato al trattamento fiscale dei dividendi, qualora il regolatore decidesse di aumentare il livello di tassazione degli utili distribuiti dalle imprese. Oggi, sul mercato italiano i redditi da dividendo e capital gain sono tassati allo stesso livello (26%) ma una modifica dell’aliquota in un’area o un’altra potrebbe influenzare anche la vostra politica di investimento a favore di titoli con dividendi stabili ma basse opportunità di rivalutazione del prezzo dell’azione, o viceversa verso titoli che non distribuiscono dividendi ma optano per differenti modalità di remunerazione degli azionisti (es. buyback, ovvero riacquisto di azioni proprie).
La scelta di investire in “Dividend Aristocrat” rispetto al ciclo economico
Esiste un momento opportuno nel quale investire in questo tipo di titoli? La risposta non è semplice , tuttavia possiamo considerare che in questo particolare momento, l’effetto combinato dei bassi tassi di interesse indotto dal quantitative easing e alcuni cali del mercato azionario hanno ampliato il differenziale tra il dividend yield e rendimento delle obbligazioni. Tale differenziale si trova quasi ai massini storici registrati durante e post crisi Lehman. Va segnalato che mentre oggi il confronto è profondamente segnato dal livello dei tassi di interesse che sono tenuti artificialmente bassi dalle politiche di QE della BCE, un decennio fa erano le stime di dividendi ad essere profondamente sbagliate (come dimostrato dai tagli successivi alla crisi).
Oggi sembra esserci una maggior fiducia sulla capacità di molte aziende riguardo la distribuzione di utili. Le società hanno lavorato molto negli ultimi anni per tagliare i costi e ridurre la leva finanziaria. Inoltre la fortissima compressione dei tassi di interesse unito a un minore impatto delle imposte contribuisce ugualmente al miglioramento della redditività così che le aziende possono prevedere dividendi stabili o addirittura in rialzo in assenza di shock macroeconomici esogeni.
Un altro elemento a favore dei “dividend aristocrats”, riguarda la recente politica della BCE che ha cominciato ad acquistare titoli corporate investment grade (cioè quelli con rating S&P sopra BBB-) con scadenze intorno a 5 anni. Ciò ha determinato una ulteriore compressione dei rendimenti obbligazionari, aumentando l’attrattività (a nostro avviso) degli aristocratici rispetto al cash e alle obbligazioni corporate.
E infine?
Se siete alla ricerca di flussi di cassa costanti e bassa volatilità del vostro capitale, dovreste considerare come alternativa all’investimento obbligazionario quello in azioni denominate “dividend aristocrats”. Tenete conto però che il passato non è garanzia del fatto che il futuro si ripeta uguale, fate le vostre analisi prima di scegliere un titolo specifico e valutate attentamente i rischi.
Se poi non ve la sentite di puntare su alcuni titoli in particolare, esistono alcuni strumenti che replicano l’indice azionario dei “dividend aristocrats”. Tra questi vi segnaliamo l’Etf (Exchange traded fund) SPDR S&P US Dividend Aristocrats che replica fisicamente un paniere di titoli con una lunga storia di crescita dei dividendi (almeno vent’anni consecutivi).
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